il contralbero sul bi4 c'è...però invece di inerpicarmi in spiegazioni impossibili preferisco copiare un articolo che spiega bene la difficoltà e l'empiricità dell'equilibratura di un motore monocilindrico..
Far funzionare bene un motore non significa solo farlo andare forte, ma anche farlo vibrare il meno possibile, in modo tale che il pilota non debba stancarsi in modo eccessivo e non si manifestino rotture. Niente come le vibrazioni, infatti, è deleterio per un qualsiasi veicolo a motore. Se non sono annullate o almeno ridotte al minimo, gli effetti possono alla lunga essere disastrosi, con rotture non solo all’interno del motore stesso ma anche in tutto il veicolo.
Chi ha avuto a che fare con motori d’annata capirà certo di cosa parliamo. Saldature che cedevano, telai che si crepavano erano all’ordine del giorno, e questo proprio a causa delle vibrazioni. Il problema in particolare riguardava quelle azionate da propulsori di architettura più semplice, ovverosia i monocilindrici e i bicilindrici specialmente se di rilevante cilindrata e di impostazione sportiva (e quindi destinati a girare piuttosto in alto).
Ma perché si generano le vibrazioni? Prendiamo. ad esempio, l'architettura più essenziale: il motore monocilindrico. Durante la sua rotazione, l'albero motore deve ovviamente essere equilibrato; in caso contrario, infatti, è inevitabile la creazione di vibrazioni. Ad un lato dell'albero sono però vincolati sia componenti in moto alterno (il pistone e lo spinotto) sia la biella, il cui moto è "intermedio" tra quello rettilineo alternato e quello di rotazione. Si potrebbe pensare che, per ottenere una buona equilibratura, sia sufficiente dotare l'albero, dalla parte opposta a quella del perno di manovella, di un paio di contrappesi di massa adeguata. A questo punto occorre individuare qual è questa massa "adeguata". Tanto per cominciare, infatti, i contrappesi dovranno equilibrare le masse rotanti presenti dalla parte opposta dell'albero, ovverosia il perno di manovella e parte della biella. Per bilanciare le forze create da una massa rotante è infatti sufficiente disporre in posizione diametralmente opposta e alla stessa distanza dall’asse di rotazione un'altra massa identica.
Purtroppo, oltre alle forze create dalle masse in rotazione, è necessario equilibrare quelle d'inerzia, dovute alle parti in moto alterno. Ma queste forze, al contrario di quelle centrifughe, non sono costanti durante la rotazione dell'albero ma continuano a variare a seconda della posizione del pistone. L'azione del contrappeso invece è costante e agisce sempre in direzione opposta alla manovella. Per questo motivo, mentre come già detto è possibile equilibrare le forze create dalle masse in rotazione, non è possibile bilanciare quelle dovute alle forze d'inerzia. L'adozione di contrappesi determina, infatti, la creazione di forze esuberanti per certe posizioni del perno di biella e insufficienti per altre. Se il contrappeso equilibrasse al 100% le forze che si hanno allorché il pistone è al Punto Morto Superiore, in tutte le altre posizioni, durante la rotazione dell'albero, essa darebbe luogo a forze di entità decisamente superiori rispetto a quelle che dovrebbe bilanciare creando perciò delle vibrazioni di entità rilevante. Per tale ragione si ricorre sempre a una soluzione di compromesso per quanto riguarda il bilanciamento dell'albero.
MONOCILINDRICI
Sono i motori più difficili da equilibrare, poiché l’azione del cilindro non può essere bilanciata da quella di un altro cilindro. La soluzione ideale sarebbe quella di installarvi quattro alberi di bilanciamento, cioè due per le forze di inerzia e altri due per le forze di secondo ordine, le quali dipendono dal valore doppio dell’angolo istantaneamente occupato dalla manovella. Normalmente se ne usano uno, al massimo due. Una soluzione che limita le vibrazioni senza assorbire molta potenza.
perciò....direi che io provo a montarlo così