uff... 'sto soloenduro e' diventato inusabile.
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A proposito dei caschi "leggeri"
Con le protezioni non si sa' mai bene come che va' a finire.
E si spera pure di non dover mai far la prova.
Ma a volte capita e se un po' per fortuna e un po' per bravura si riporta a casa la pelle e' anche giusto trasmettere l'esperienza.
Per esempio i caschi son spesso fonte di grandi discussioni.
Da quando Airoh ha prodotto un casco che pesava la meta' dei blasonati Arai e company e' nata una feroce discussione riguardo gli standard di omologazione europei ed statunitensi.
Da quel che mi risulta i primi utilizzano per gli urti una sfera cicciottella mentre i made in usa una specie di punteruolo.
La calotta quindi e' chiamata a svolgere due funzioni ben differenti: in Europa si privilegia l'assorbimento dell'urto mentre in Usa l'impossibilita' che qualcosa riesca a perforare il casco.
Personalmente l'idea del casco leggero e capace di assorbire l'energia dell'urto rompendosi mi ha sempre convinto ben di piu' del punteruolo: e quando mai lo trovi un punteruolo in fuoristrada?!?
E invece c'e' pure quello.
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Sono in Marocco, al Libya Rally, appena entrato nelle dune dell'erg Chebbi.
Sara' la luce del mezzogiorno, sara' la testa imbambolata dalla fatica... sia come sia incappo nell'errore piu' pericoloso di tutti: non vedo la fine della duna e bello come il sole salto fuori in terza volando per aria come gli opossum dell'era glaciale.
Purtroppo la cresta della duna va' malissimo come rampa di lancio: infatti la ruota anteriore che ha poca sezione tende a tagliare la sabbia mentre la posteriore porta di piu' e quindi lo stacco e' sempre un formidabile calcio nel c... con conseguente front flip assicurato.
Per poco che vai la pendenza della duna garantisce salti di tutto rispetto ed anche io non faccio eccezione: dopo un 4/5 metri di volo la moto tocca la sabbia picchiando di muso.
Talmente di punta che la forcella nemmeno tenta di assorbire, vengo lanciato in avanti e si inizia subito a rotolare.
Qua' il problema grosso non e' la caduta del centauro ( comunque non scontata da queste altezze ) ma i 150 chili di moto preparata rally che ti stanno arrivando addosso da 4 metri d'altezza.
E' fondamentale cercare di cavarsi dalla traiettoria della moto.
Ci riesco cosi' cola', cerco di rotolare via ma guadagno solo che invece che sulla schiena/collo ( chiari i risultati no?) la moto mi centra mentre sono sul fianco.
Sono atterrato con la spalla sinistra, dislocandola, e poi arriva la moto che mi rompe prima la clavicola destra e poi impatta pure sul casco.
Ho la testa appoggiata sulla sabbia, di lato, e ricordo bene il rumore del casco che cede e si rompe.
Dopo un attimo di paura ricordo anche pero' che mi son detto:" non ti preoccupare della testa, il casco sta' facendo il suo lavoro, senti che resiste e ti protegge? Pensa al resto!"
Infatti nonostante il rumore raccapricciante non sentivo la minima pressione sulle tempie segno che il casco stava reggendo perfettamente all'urto.
E cosi' mi son fatto altre due capriole tirando calci per aria cercando di cavarmi la moto di dosso.
E mi son ritrovato seduto a fianco della moto con tutte e due le spalle rotte.
Ecco la foto del casco.
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Come potete vedere qualcosa di appuntito ha cercato di forarlo: non sono sicurissimo ma credo sia stato lo spigolo del serbatoio supplementare o forse una pedana, chisa'.
Resta il fatto che questo Suomy Mr. Jump e' stato chiamato a rispondere a sollecitazioni tendenzialmente "pericolose" per un casco leggero ovvero una fortissima compressione laterale e pure con una sollecitazione di tipo "punteruolo".
Normalmente un casco nasce per proteggere da un urto, non per essere schiacciato in una morsa!
Eppure ecco qua' la prova che questa tecnologia italiana mi ha salvato la pelle.
Grazie Suomy, hai gia' in ordine un casco uguale!
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Un doveroso e davvero riconoscente ringraziamento per Ron che ha di fatto abbandonato la gara, mi ha soccorso e organizzato lucidamente il recupero da parte del team di medici: grazie ancora AMICO!